venerdì 16 maggio 2014

Sport arti marziali e danza :Capoeira, una specie di conversazione corporea fatta di domande e risposte



Capoeira, una specie di conversazione corporea fatta di domande e risposte

Nella capoeira non ci sono vincita o perdita, ma c’è un gioco che consiste nello schivare, nell’evitare, nell’uscire dalle situazioni che appaiono difficili, così come succede nella vita reale, dove a tutto c’è una soluzione  Thiago, formado bahiano del gruppo “RACA” Roma



La Capoeira è un arte marziale che può sembrare una danza ma è anche una modalità di comunicazione, di stile di vita, di aggregazione multiculturale con regole, tradizioni e etica da rispettare.
C’è un passaggio di informazioni, di insegnamento, di modalità di stare con l’altro, di guardare l’altro, di stare in circolo chiamata “RODA” ed anche di stare nella RODA giocando con l’altro.
L’osservazione è importante nella capoeira per tutti i componenti della RODA. I due che giocano devono osservarsi a vicenda per conoscersi e capire come giocare, come domandare, come rispondere, devono seguire il rito, le eventuali indicazioni del berimbau.

Personalmente la considero una sorta di terapia comunitaria perché, per i neofiti che si avvicinano a questo sport, c’è quasi una presa in carico da parte del maestro o istruttore ed anche da parte del gruppo.
La Capoeira valorizza l’impegno/sforzo che ogni persona intraprende per apprendere quest’arte; valorizza più il processo che il risultato, poiché non si cerca la vittoria nel gioco della capoeira ma più che altro una sorta di cooperazione tra i due capoeirsti che giocano all’interno di una RODA da; mira a permettere ai partecipanti di entrare in un gruppo e una cultura di appartenenza; è un incontro tra persone di diverse culture, ceto sociale; è un momento di narrazione attraverso la musica, i canti, e i battiti delle mani.
Per diverso tempo è stato vietato giocare la capoeira, ma poi è stata riconosciuta sia come sport nazionale che come approccio psicoeducativo.
Nel 1936 il presidente Getúlio Vargas, cercando appoggio dalla popolazione povera, permise la prática della capoeira revocando l’articolo 402 del Códice Penale del 1890. Manoel dos Reis Machado, conosciuto come Mestre Bimba, inaugurò l’allenamento della capoeira nelle scuole, ma Bimba non usava il nome di capoeira della scuola, la chiamava Luta Regional Baiana, oggi conosciuta come Capoeira Regional.

www.ssmlsandomenico.it
Mestre Bimba mostrò al mondo intero che la capoeira era educazione, e contribui a far praticare capoeira all’Università di Medician dello Stato di Bahia.
La capoeira non è solo giocare ma è anche suonare, cantare, conoscere la storia, educazione: insomma, è un mondo che accomuna, sostiene, contiene e accudisce, e per alcuni può essere considerato un posto sicuro, un rifugio.
Ci sono alcuni aspetti molto importanti nella capoeira quali il movimento base che è la “GINGA”. Trattasi di un movimento con una gamba piegata in avanti e l’altra distesa all’indietro che permette una sorta di stabilità e allo stesso tempo fluidità dalla quale è possibile fare qualsiasi cosa. Da questa posizione alternata destra/sinistra, infatti, si è pronti innanzitutto a osservare l’antagonista ma si è pronti anche sia ad attaccare che a schivare suoi eventuali attacchi.
Senza ginga non esiste la capoeira, dalla ginga nascono tutti i movimenti della capoeira, sia di attacco sia di difesa. Nella capoeira ginga è tutto: serve per studiare l’avversario e identificare la miglior opportunità per attaccare.
Nella capoeira, come dice Thiago, l’istruttore bahiano del gruppo “RACA” che tiene corsi a Roma, non ci sono vincita o perdita, ma c’è un gioco che consiste nello schivare, nell’evitare, nell’uscire dalle situazioni che appaiono difficili, così come succede nella vita reale, dove a tutto c’è una soluzione, bisogna avere un’apertura mentale, crederci e provare, in ogni caso gli altri sono pronti e disponibili ad aiutare.

A questo proposito, voglio parlare dei modi di comprare il gioco. Per far ciò bisogna introdurre gli strumenti che sono il berimbau, uno strumento che comanda il gioco. Nel berimbau c’è l’anima, lo spirito della capoeira, inoltre possono essere presenti altri strumenti quali il pandeiro, l’atabaque, l’agogo e il reco-reco.
Ci si dispone in un cerchio, due persone decidono di giocare disponendosi accovacciati davanti al berimbau e si parte per il gioco, che comprende l’osservazione dell’altro, l’ascolto del ritmo del berimbau, l’ascolto delle sensazioni del proprio corpo e dell’energia dell’intero gruppo. Non si tratta di un’arte marziale aggressiva, ma più che altro dimostrativa: si cerca di evitare di colpire con forza, potenza e aggressività ma, come dice il Contra-Mestre Junior Graucà, può capitare anche di prendere colpi, soprattutto se non si gioca con la giusta attenzione e concentrazione e se non si ascoltano gli insegnamenti dei maestri.
"Il richiamo a giocare capoeira è l’inconfondibile suono dell’arco musicale, il berimbau, che comanda la roda, il cerchio della capoeira. Il musicista principale batte sulla corda d’acciaio per indicare il ritmo ed il tempo all’orchestra che dirige la roda ed ai giocatori che vi entreranno. Quando il mestre che suona il berimbau ha stabilito il ritmo, si uniscono a lui
altri suonatori: suonano altri berimbau, pandeiros , e a volte altri strumenti a percussione…
I due che per primi entreranno nella roda si accucciano davanti al berimbau, “ai piedi del berimbau”, le loro teste abbassate, appoggiati sui talloni, sempre tenendosi sotto controllo con la coda dell’occhio.
Per cominciare a cantare, il mestre urla le prime sillabe della ladainha: ”Iê!”….
Guidati dal ritmo della musica e dall’energia del canto, i giocatori cominciano lentamente a mettersi alla prova per comprendere le rispettive intenzioni e capacità….
Fra i due si sviluppa una specie di conversazione corporea che è al tempo stesso cooperativa e competitiva.” (1)
http://astrambientesport.blogspot.it/p/maratone-parti-con-noi.html
Coloro che vogliono entrare nel gioco devono osservare per capire il momento giusto, si può entrare nel gioco o perché si ha voglia di giocare o per aiutare un capoerista in difficoltà e si entra con un’attenta modalità e gestualità non verbale, di solito ponendo una mano tra i due giocatori con il dorso verso la persona che si vuol fare uscire che di solito è il più stanco o più debole o meno graduato.
 “La chamada ai piedi del berimbau è fatta inclinando lo strumento verso il centro della roda e, suonando sull’arame, si produce una sonorità decrescente che indica una modifica nel gioco o un rallentamento oppure il termine del gioco stesso. Questo rituale può essere usato quando il gioco diventa violento o c’è una disputa fra due giocatori. La chamada ai piedi del berimbao deve essere fatta con attenzione. Poiché è una regola basica del gioco, deve essere rispettata come un procedimento etico, e deve essere fatta dal Mestre o da chi guida la roda” (2)
“Il toque di Cavalaria è nato dalla necessità di avvisare i capoeristi dell’arrivo della polizia” (3)
L’allievo di capoeira dopo circa sei mesi/un anno di apprendimento può partecipare al “Batizado” dove sostiene un esame su quello che ha appreso e gli è dato l’appellido, cioè un soprannome. Quest’usanza deriva dal fatto che, essendo proibita per tanto tempo, i capoeristi si riconoscevano attraverso soprannomi per non essere identificati. Il Batizado comprende il gioco nella RODA dell’allievo con un graduato che gli fa da padrino e, come vuole la tradizione, cercherà di farlo cascare, in modo che possa apprendere che l’importante è potersi rialzare sempre e che non si finisce mai di imparare (questo è un concetto simile alla resilienza, cioè si può uscire dalle situazioni difficili più forti di prima).
Il batizado è il momento in cui il capoeirsta iniziante passa a far parte al 100% del gruppo e del mondo della capoeira; ricevendo la sua prima graduazione, l'allievo può entrare in qualsiasi roda in cui ci sia una batteria completa di strumenti: tre berimbal, due pandeiro, un atabaque, un agogo e uno reco-reco, sempre rispettando il toque e le altre graduazioni.
Il batizado è un’occasione per accogliere altri, fare comunità, confrontarsi con gli altri, STARE BENE, legarsi agli altri, condividere, apprendere altre modalità di stare al mondo in un clima di accoglienza e condivisione. Come dice Thiago: “La capoeira non è dentro la palestra ma è fuori”.

(1)     Downey, Greg 1998 Incorporating Capoeira: phenomenology of a movement discipline. Chicago: University of Chicago
(2)     Eusebio Lobo da Silva, O corpo na capoeira, Campinas, Brasil, Editora da UNICAMP, 2008.
(3)     Projeto Político Pedagógico Educacional 01, 2010 – SEEDF

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