venerdì 23 maggio 2014

Ultramatatone : L’aria che si respira alla Super Ultramaratona Nove Colli Running di 202km



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L’aria che si respira alla Super Ultramaratona Nove Colli Running di 202km
Psicologo, Psicoterapeuta

In seguito alla mia partecipazione ad una competizione sportiva impegnativa ed estenuante quale la Nove Colli Running, sono stato sollecitato da alcuni a scrivere qualcosa inerente gli aspetti mentali per l’approccio a questo tipo di imprese e a raccontare la mia esperienza personale.
Quello che ho riscontrato nel pregara è stata una sorta di rincontrarsi di persone che condividono
una passione consistente nel cimentarsi in sfide sia personali che con altri sulle proprie forze in condizioni direi estreme. Trattasi di incontri amichevoli, nostalgici, di riconoscersi in persone al di là della normalità, mentre nella vita comune questa tipologia di sportivi è considerata al di fuori dal mondo normale, masochisti, gente che si vuole male; in questi ritrovi un po’ ci si diverte sulle proprie imprese pazze, estreme, in condizioni difficili, di sofferenza, di sperimentazione del limite della sopportazione dell’organismo.
Che dire, è anche questo un mondo interessante, di persone semplici, simpatiche, provenienti da ogni parte dell’Italia e del Mondo, ognuno con la propria cultura, con i propri sguardi, posture forse segnate dai tanti chilomentri percorsi su e giù per il mondo, ed è interessante ascoltare le loro esperienze, le loro credenze, le loro preoccupazioni, i loro traguardi, i loro consigli.
Quello che mi andrebbe di trasmettere sono alcuni consigli su come preparare questo tipo di
competizione dal punto di vista mentale, di come affrontare la gara la cui durata massima è di 30 ore, e cosa ancora più importante il sano recupero a termine competizione.
Preparazione gara: raggiungere l'obiettivo, autoefficacia e risorse personali, visualizzazioni e sviluppo autoconsapevolezza.
Gara: attenzione, osservazione, respiro, allenatore interiore, come gestire eventuale crisi
Post gara: resilienza, recupero

Quindi parlerò della definizione di obiettivi seri ed importanti che prevedono investimento di tempo, di energie, di aspetti che vanno al di là dell’aspetto fisico o tecnico che è di competenza del preparatore atletico e dell’esperienza personale, di aspetti che in genere vengono tralasciatii o poco considerati dagli atleti quali il respiro, l’attenzione, l’ascolto.
Inoltre racconterò la mia esperienza personale in quanto reduce dalla bella espereinza della 100km del passatore del 2013, quest’anno volevo alzare l’asticella e provare a fare una gara che superasse i 100km. Quindi pensavo di rifare il Passatore di 100km per consolidare la distanza e poi passare ad una gara di impegno superiore quale una 24 ore oppure una 150km, ma ad un mese dal passatore un altro impegno mi faceva rinunciare al passatore e quindi rimando i miei obiettivi.
Nel frattempo partecipo ad una maratona trail a Tivoli durissima e decido di iscrivermi all’alba race di Roma della distanza di 6km del 19 maggio, ma martedì 13 chiedo all’organizzatore della Nove colli Mario Castagnoli se poteva iscrivermi alla sua gara e così decido di essere alla partenza per conoscere quest brutta bestia.
Per quanto riguarda la preparazione ho raccolto diverse testimonianze da parte dei partecipanti, concordo che è importante e fondamentale percorrere tanti km ma soprattuto tanti km in salite, comprese le camminate veloci. Inotre è fondamentale avvicinarsi alla gara dopo aver disputato gare di distanze e difficoltà intermedie quali la 50km, la 6 ore, la 24 ore in modo da sperimentare un chilometraggio sulle gambe della durata fino ai tre quarti rispetto alla Nove colli.
Quello che mi preme suggerire dal punto di vista mentale è preparare la gara spezzettandola, spacchettandola nei diversi colli e punti di eliminazione, mi spiego meglio, di videre la gara nei nove colli ed individuare delle località di allenamento simili per potersi allenare. Questo è importante in quanto si memorizza questo tipo di sforzo ed esperienza ed il giorno della gara non lavorano solo le gambe ma anche le mente aiutandole a ricordare che è uno sforzo già sperimentato e superabile tranquillamente.
Un altro suggerimento può essere di prevedere l’orario di una frazione per esempio da Barbotto a Perticara ed allenarsi a percorrerla la stessa ora in allenamento.
Autoefficacia e risorse personali: l’aver sperimentato in allenamento le senzazioni e la fatica simile ad alcune frazioni della gara permette il giorno della gara di essere più sicuri ancorandosi a quegli allenamenti, cioè ricordando la buona riuscita di quegli allenamenti. Infatti una delle fonti dell’autoefficacia secondo il ricercaotre e psicologo Bandura è la precedente esperienza di successo, ecco perché per chi ha già portato a termine questa gara o comunque questo tipo di gara è più agevolato nell’affrontare le difficoltà che possono occorrere durante l’intera lunghezza della gara.
Per quanto riguarda le risorse personali, ricordarsi che la competizione si porta a termine con le proprie risorse personali, cioè quelle qualità e caratteristiche possedute o sviluppate per superare eventuali imprevisti e per gestire qualsiasi condizione di difficoltà quali condizioni atmosferiche o problemi fisici che possono accadere durante le lunghe ore di esercizio fisico.

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Le visualizzazioni sono importanti durante l’allenamento per ancorare lo sforzo compiuto con la frazione di gara da abbinare, per esempio un allenamento presso un colle, una montagna quale monte antenne o il tuscolo nella zona di Roma, può essere ancorata al primo traguardo della nove colli e cioè il Barbotto all’85°km.
L’autoconssapevolezza è possibile svilupparla attraverso l’esercizio del semplice respiro monitorandosi passo dopo passo soprattutto quando lo sforzo è prolungato e intenso, quindi stare in contatto con il proprio respiro e cercare di praticare una sorta di recupero, rilassamento attraverso una respirazione profonda diaframmatica immaginando di gonfiare il palloncino mentre si inspira gonfiando l’addome e sgonfiando respirando ed immaginando di buttare via la stanchezza. Inoltre l’autoconsapevolezza si può sviluppare con l’attenzione alle proprie sensazioni, muscolari, articolari, attraverso una sorta di un autoascolto.
Durante la gara posso trasmettervi alcuni principi del Tai Chi Chuan che ho applicato durante la mia gara ed ho trovato molto utile cercando le energie dal cielo e dalla terra con un palmo della mano rivolto verso l’alto e l’altro palmo dell’altra mano rivolto verso il basso percepivo un energia proveniente dall’alto ed una proveniente dal basso che mi permettevano di immaginare di allungare la mia colonna e di avere una postura più eretta per un corretto proseguimento in avanti.
Gli aspetti del Thai Chi Chuan a cui accennavo sono riportati anche in un testo di Grand Muradoff, Maestro di Danza Classica, Yoga e Tai chi Chuan (1):
-             LENTEZZA               (MAN)
-             LEGGEREZZA         (CH’ING)
-             CHIAREZZA                        (CHIEH)
-             EQUILIBRIO                       (HENG)
-             CALMA                     (CHING)
Questi cinque requisiti richiedono una concentrazione continua che permette di autoriconoscersi, di scoprire tensioni, “increspature”, squilibri, e così cercare di trovare un’armonia entro se stessi e con l’universo interno e, farne un modo di vivere.
L’analisi di tali requisiti mostra il principio che li anima e i benefici che ne derivano.
-   Lentezza. Essa permette di avere una maggiore vigilanza e una migliore fusione con l’azione.
Imporre la lentezza coltiva la pazienza e la ponderazione e il suo ritmo è benefico per il sistema nervoso.
-   Leggerezza. Dà agilità al movimento che quindi può essere regolare e continuo.
-   Chiarezza (Precisione). Se la mente è vigile i movimenti sono uniformi, ordinati ed esatti.
La precisione o chiarezza è la conoscenza dell’essenza del movimento.
-   Equilibrio. Quando il corpo è perfettamente equilibrato l’economia dello sforzo è giusta.
L’equilibrio è armonia e il movimento equilibrato esprime l’armonia dell’emozionale e del mentale.
-   Calma. Senza tranquillità non si ha concentrazione né coordinazione; senza coordinazione non c’è armonia cioè equilibrio.

Quindi il mio suggerimento è di considerare questi cinque aspetti in questo tipo di gara in condizioni esasperate per l’organismo umano, se le energie stanno per terminare, se il sonno inizia a farsi sentire, se si inizia a barcollare, cose che possono capitare se non si fa attenzione momento per momento a mantenere la calma in ogni situazione, non farsi prendere dall’ansia, dal panico dalla preoccupazione di non poter arrivare in tempo al prossimo cancello e rischiare di non proseguire la competizione.
Cercare di mantenere un sano equilibrio non farsi prendere dalla fretta di avanzare, di arrivare a tutti i costi tanto in anticipo ad un cancello, rispettare i propri tempi, considerare le condizioni climeìatiche, il troppo caldo, o troppo freddo, fare attenzione a ripararsi dal sole, a coprirsi in modo adeguato, a sperimentare in allenamento tali condizioni.
Avere chiaro in mente quello che si vuole fare e quello che si può fare senza pretese e senza esagerazioni, senza considerare eventuali giudizi degli altri.
Cercare di sentirsi leggeri nei movimenti ma anche mentalmente, considerare la competizione come
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un’esperienza di conoscenza personale e degli altri, come un viaggio lungo di conoscenza, di scoperta delle proprie risorse da utilizzare in altri casi difficile che possono accadere nella vita quotidiana.
Coltivare anche la lentezza, soprattutto quando vengono a mancare le energie per permettersi un sano e veloce recupero, senza preoccuparsi di rimanere indietro, dii perdere tempo prezioso.
Durante la competizione è importante considerare anche le parole dette precedentemente da persone esperte, una sorta di allenatore interiore che ti manda messaggi utili, ti supporta, ti guida.
Le eventuali crisi possono essere gestite con i precedenti aspetti, focalizzandosi sul momento presente, su km per km, sui traquardi parziali senza proiettarsi al traguardo se si sente di possedere al momento le forze sufficienti.
Importante è anche il post gara, una sorta di pace con se stessi, in qualsiasi modo sia andata la competizione è importante dirsi al momento ho fatto del mio meglio, ora mi conosco di più, conosco di più questo tipo di gara, so cosa posso migiorare, quale aspetti posso allenare di più e godersi un sano recupero, leccarsi le eventuali ferite, farsi coccolare da amici, persone di accudimento, propri famigliari, e distrarsi con attività fisiche meno intense e più rilassanti.

Che dire è giunta l’ora dei ringraziamenti e dovrò iniziare da tutte le persone che mi hanno aiutato a sviluppare le capacità di allenarsi alle ultra quali Miche Spagnolo che mi accompagna in lunghe camminate anche notturne tra le coste e le montagne del gargano dove è prevista il 14 giugno un ultramaratona di 50km e ad ottobre una gara particare di 75 km tra le spiagge, le montagne ed i parche del Gargano; per avermi accompagnato ed introdotto in questa avventura, ringrazio il super ultramaratoneta ed assistente aglli atleti ultra della 24ore, Gianni Migneco, Capitano della squadra di Roma “Villa de Santis” vincitrice per sei volte del campionato degli ultramaratoneti; ringrazio gli amici di stanza ed avventura Ugo Zaccari, Gianluca Metelli che hanno concluso la loro ennesima Nove Colli e Contu Pino che come me da neofita si è voluto sperimentare. Un grazie anche agli atleti del parco di Tor Tre Teste di Roma con i quali mi alleno ed in particolare al loquace ed esperto delle ultra Angelo Fiorini che continua a darmi suggerimenti utili per affrontare tali competizioni raccontandomi in particolar modo le sue esperienze ed i suoi vissuti.
L’aria che ho respirato in questa nove colli è stata molto salubre ad iniziare dal viaggio di andata per raggiungere Cesenatico, interessante la cena con la seconda donna arrivata e prima italiana di Massafra alla sua prima esperienza e conlusa al 6° posto assoluto, convocata in nazionale per il campionato mondiale della 24 ore che si svolgerà prossimamente in Giappone, quest’ultima era abbastanza tesa, ma in gara si espressa ad altissimo livello battuta da una straordinaria Texana arrivata 2^assoluta dopo il vincitore Buonfiglio che la vince per la 2^volta.
Ancora riguardo l’aria che ho respirato, la partenza dal canalone accolti dai cittadini, dai ciclisti pronti a partire la notte ed il giorno successivo per percorrere la loro classica, con la presenza del sindaco, del papà di Marco Pantani, con un parroco podista che ci ha dato la benedizione.
Il percorso svolto tra tanti colli in notturna ha un fascino particolare, grazie alle lucciole, alle propri ombre che si intravedono, ai colori della luna, alla vistra della città di San Marino illuminata.
Interessante l’incontro con i vari personaggi, con Angela Gargano ed il suo sorriso, con il marito Michele Rizzitelli che cura il sito del club dei supermaratoneti, con Skuka, il camminatore d’acciaio.
Un grazie particolare all’organizzazionie ed a tutti i volontari che ci hanno assistito cercando di fare del loro meglio, io che lavoro anche nel campo della psicologia dell’emergenza, so quanto è importante il lavoro dei volontari ed ancora più importante è laloro formazione ed il supporto psicologico rivolto a loro.

Grazie ed alla prossima.

(1)     Muradoff G., TAI CHI CHUAN discipllina del movimento per la ricerca dell’equilibrio del “sé” vol.1°, Edizioni Mediterranee, Roma, 2002, pp. 46-47.






Psicologo, Psicoterapeuta
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