venerdì 31 luglio 2015

Giovanni Capasso: il mio integratore è acqua limone zucchero

giovanni capassoMatteo SIMONE
Approfondire il mondo delle ultramaratone mi sta dando l’opportunità di conoscere tanta gente, tanti atleti, tanti campioni, tante persone comuni, tra le tante persone anche giovanni, trattasi di un operario che ha scoperto la corsa prolungata come autoerapia, come valvola di sfogo alla quotidianità, come momento per star bene con se stesso e sperimentare anche la prestazione sportiva.
Giovanni sa che correre da benessere anche se i famigliari ed il medico di famiglia gli sconsigliano di esagerare, ma lui fa tutto con pasione, dedizione, ci mette tutta la buona volontà e vorrebbe che i propri figli seguissero il suo esempio.
Giovanni semplicemente è soddisfatto di quello che fa, di quello che è riuscito a fare e che ancora riesce a fare, appare una persona umile, modesta, rispettosa, affettuoso. Ecco come si presenta.
INTERPRETI E TRADUTTORI


giovanni capasso2Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta? E’ una sfida, dislivello, discese tecniche, salite dure, alla fine di una gara pensi ammazza cosa ho fatto.
Hai mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta? No e per adesso non mi sfiora nemmeno il pensiero.
Quali i meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare estreme? Avere fiducia di me stesso auto convincermi tutto si può fare con le giuste motivazioni.
Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile? Il malandrino, non l’ho affrontata con le motivazioni giuste e l’ho sofferta, ma porata al termine.
Quale è una gara estrema che ritieni non poterci mai riuscire a portarla a termine? Tour de geants, però mai dire mai, con la motivazione giusta posso farcela.
C’è una gara estremi che non faresti mai? Io le farei tutte ma sono un operaio e devo conciliare lavoro, moglie e due bambini ci vuole tanto tempo e tanti sacrifici, devo adattarmi ai miei tempi.
Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici? E’ solo il fatto che sto bene fisicamente e mentalmente.
Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua partecipazione a gare estreme? So matto, qualcuno non sa nemmeno di cosa si sta parlando, quando dico ho fatto 50 km con ds+ 4400 in 9 ore mi guardano come se fossi un alieno.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta? Non mi conoscevo cosi tenace.
Come è cambiata la tua vita famigliare, lavorativa? Ecco qua si tocca un punto molto delicato mia moglie dice che tolgo tempo alla famiglia però alla fine mi dice: ti piace, va bene ma cerca di non farti male, nel lavoro facendo turni mi organizzo, non ho problemi.
Se potessi tornare indietro cosa faresti? O non faresti? Non ci penso a questo, con i ‘se’ e con i ‘ma’ non si fa storia, non ho niente da cambiare del mio passato, anzi una cosa sola abbraciare mio fratello che se ne andato nel 2011, per tempo non sono riuscito a salutarlo, lo penso sempre, lo porto nel mio cuore.
Usi farmaci, integratori? Per quale motivo? Farmaci tachipirina se ho la febbre, integratori non so nemmeno dell’esistenza il mio integratore è acqua limone zucchero.
E’ successo che ti abbiano consigliato di ridurre la tua attività sportiva? Basta che si va dal medico curante, però ci ha fatto l’abitudine e non me lo dice più.
Hai un sogno nel cassetto? La mia passione trasmetterla ai miei figli.
Matteo SIMONE
http://www.psicologiadellosport.net

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