La salute rappresenta un bene
da salvaguardare
Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL) e l’Istituto
nazionale di statistica (Istat) hanno presentato la seconda edizione del
“Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile (Bes 2014)”. (1)
Riporto di seguito alcuni aspetti
emersi relativammente alla salute psicofisica dei cittadini Italiani.
È ormai ampiamente riconosciuta
la multidimensionalità del concetto di salute che include la dimensione fisica
e funzionale, quella mentale ed emotiva, nonché quella relazionale. La
valutazione che l’individuo fa della propria salute riesce a sintetizzare le
diverse dimensioni in gioco, dimostrandosi un buon predittore della sopravvivenza,
come ampiamente dimostrato in letteratura. Tra gli strumenti di tipo
psicometrico sviluppati in ambito
internazionale per indagare con maggiore precisione la percezione
delle condizioni psicofisiche degli individui, l’Istat ha selezionato fin dal
2000 il questionario Sf12 che fa riferimento a due indici di salute percepita:
uno relativo allo stato fisico (Physical Component Summary, Pcs) e l’altro allo
stato psicologico (Mental Component Summary, Mcs).
Gli indici di stato fisico (Pcs) e di stato psicologico (Mcs) presentano
un andamento che decresce con l’età, in modo più accentuato per lo stato
fisico. Nel 2012, considerando i dati provvisori, migliorano complessivamente le
condizioni di salute fisica rispetto ai dati raccolti nel 2005, mentre il
benessere psichico peggiora.
L’esercizio fisico regolare comporta effetti positivi sulla salute
fisica, svolgendo un ruolo protettivo nei confronti delle malattie
cardiovascolari, osteoarticolari, cerebrovascolari, delle patologie del
metabolismo, e della salute mentale, con una ricaduta positiva sull’umore.
Nonostante la lotta alla sedentarietà sia negli ultimi anni entrata a far parte
dell’agenda europea tra le azioni da intraprendere per promuovere la
prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari, in Italia uno stile di
vita sedentario caratterizza nel 2013 ancora il 41,3% delle persone di 14 anni
e più.
Le regioni con la quota più alta di sedentari
rimangono comunque la
Campania e la
Sicilia, con circa il 61% della
popolazione di 14 anni e più che non pratica alcuna attività fisica nel 2013.
Anche le differenze di genere a svantaggio delle donne sono stabili nel tempo;
nel 2013 la percentuale di sedentari è pari al 45,3% tra le donne e al 37,1%
tra gli uomini.
Una sana alimentazione rappresenta un importante fattore protettivo della
salute, più tangibile nel lungo periodo. Le linee guida di una sana
alimentazione dell’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la
nutrizione (Inran) raccomandano il consumo quotidiano di almeno cinque porzioni
tra frutta, verdura e legumi freschi (cd. five a day), da variare il più
possibile e secondo le stagioni. Tale indicatore consente di monitorare
l’assunzione di elementi fondamentali della dieta, che aiutano a contrastare il
processo di invecchiamento precoce delle cellule, spesso all’origine dei
processi tumorali.
In Italia, la percentuale di
persone che consumano quotidianamente almeno quattro porzioni tra frutta,
verdura e legumi freschi non registra alcun miglioramento nel 2013, rimanendo
stabile al 18,1% tra la popolazione di 3 anni e più.
È ancora nel Mezzogiorno la più
bassa quota di consumatori e le regioni con le percentuali più basse sono Basilicata
(8,5%), Calabria (11,3%) e Molise (11,9%).
(1) “Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile (Bes 2014)”,
Istituto nazionale di statistica, Roma, 2014.
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