domenica 2 novembre 2014

Come si diventa corridori e quali sono le conseguenze

Matteo SIMONE
 runner
Si diventa corridori attraversando alcune fasi che comportano la consapevolezza di dover, voler e poter fare una certa attività, il coraggio di iniziare e l’impegno e la determinazione nel continuare fino a che il piacere aumenta sempre di più e l’attività diventa parte della vita quotidiana dell’individuo come il bere, mangiare, lavorare, e così via.

Murakami Haruki, scrittore-maratoneta, nel testo L’arte di correre, descrive come ha iniziato a praticare attività fisica illustrando le conseguenze positive della corsa a piedi e spiegando come si diventa corridore: “Ero arrivato a fumare sessanta sigarette al giorno. Le mie dita si erano ingiallite, e tutto il mio corpo puzzava di fumo. Si dica quel che si vuole, non era certo un’abitudine salutare. Poiché avevo intenzione di vivere a lungo e scrivere molti libri, dovevo trovare il modo di conservare le mie energie fisiche e non ingrassare.
La corsa a piedi comportava alcuni grossi vantaggi. Prima di tutto non avevo bisogno di partner – compagni o avversari che fossero – e nemmeno di strumenti o equipaggiamenti speciali. Né dovevo recarmi in un posto idoneo a quello sport. Bastava che avessi a disposizione delle scarpe da jogging, una strada decente, e potevo mettermi a correre quando e quanto mi pareva.

Run-Faster
Cominciai dunque a correre, ma all’inizio non resistevo a lungo. Venti, trenta minuti al massimo bastavano a farmi venire il fiatone. Mi sentivo scoppiare il cuore in petto e mancare le gambe. Quando correvo mi vergognavo quasi di farmi vedere dai vicini. Comunque, a forza di insistere, il mio corpo finì per adattarsi, e di conseguenza riusii a coprire distanze sempre maggiori. Acquisii una forna decente, un ritmo di respirazione regolare, e anche il battito cardiaco si stabilizzò.
Poco tempo dopo smisi di fumare, Quando si corre ogni giorno smettere di fumare è nelll’ordine naturale delle cose. Ovviamente non fu facile, ma continuare a correre e al tempo stesso a fumare non era pensabile. Il desiderio spontaneo di coprire distanze sempre maggiori fu una forte motivazione, e anche, credo, un valido aiuto a superare lo stato di carenza da fumo. Smettere di fumare divenne il simbolo del passaggio a una nuova vita.

19.04.14 Cross caffarella 2In questo modo la corsa venne a integrarsi nel ciclo della mia vita quotidiana, come mangiare tre volte al giorno, dormire,fare i lavori di casa e scrivere. Divenne un’abitudine del tutto normale, che non mi metteva più in imbarazzo. Mi recai in un negozio di articoli sportivi e comprai delle scarpe e una tenuta idonea. Mi procurai un cronometro, e lessi un libro per principianti in questo sport. E’ così che si diventa corridori.” (1)
James Fixx riporta nel suo libro, Il libro della corsa, un paio di testimonianze sulle conseguenze positive della corsa: “Un uomo d’affari, Frank Adams, corre per sette, dieci chilometri al giorno in un parco del Connecticut. ‘Una volta, quando mi capitava d’irritarmi in ufficio, tornando a casa mi bevevo un paio di martini. Adesso faccio una corsa.’ Il dottor Ronald M. Lawrence, fondatore dell’Associazione dei medici corridori nonché insegnante alla Scuola americana di medicina sportiva: ‘Si smette di fumare per tentare le distanze maggiori. Per lo stesso motivo si riduce il consumo d’alcool. Ci si diverte molto di più se non si è ralllentati dall’alcool e dal fumo. Bisogna modificare le abitudini alimentari, perché una buona nutrizione è parte integrante degli esercizi aerobici. Così la salute generale migliora. Si dorme meglio, ma non c’è più bisogno di dormire a lungo. La vita sessuale ci guadagna. Anche la produttività sul lavoro migliora. Si guarda un po’ meno la televisione e ci si scopre intorno un mondo nuovo”. (2)
Possiamo notare come Haruki Murakami sia passato da uno stato di quasi malessere, di bisogno, di necessità di intraprendere delle azioni per superare un suo disagio o difficoltà ad una fase di azione, dove inizia a volgere qualcosa di utile per se, per la sua salute e se all’inizio l’attività era faticosa, attraverso l’esercizio continuo è riuscito a consolidare questa sorta di attività fisica fino a sviluppare un certo piacere crescente con una motivazione a continuare.
Quindi è importante inizare qualcosa che si ha in mente e non farsi scoraggiare dalle minime difficoltà che con il tempo scompaiono lasciando spazio a sensazioni di benessere.
  • Hariki M., L’arte di correre, Einaudi, Torino, 2009, pp. 32-38.
  • Fixx J.F., Il libro della corsa, Casa editrice sonzogno, 1980, p. 33.


Matteo SIMONE
Psicologo dello sport, Psicoterapeuta
Piazza Ragusa n. 5 – Roma
380-4337230 – 21163@tiscali.it
http://www.psicologiadellosport.net

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