mercoledì 30 aprile 2014

Rivoluzioniamo l'atletica diffondiamo un nuovo modo di vedere lo sport in Italia !!


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Pubblicherò di seguito un articolo di www.atleticalive.it perchè credo che l'idea sia buona per iniziare a dare una scossa all'atletica italiana.



Una piccola-grande Rivoluzione dell’atletica italiana? Eccola…


Questa idea sono anni che la porto avanti anche su altri blog seguiti da quattro gatti e un paio di pantegane, e continuerò a portarla avanti anche su queste pagine . Semplicemente perchè è vincente. Non ci sono tanti giri di parole da fare.
L’idea di fondo è: il momento principe dell’atletica leggera, ovvero la gara, deve essere un momento di festa. E le feste che caratteristiche hanno? La gente, la folla… non il deserto degli spalti cui siamo abituati nel nostro sport.

Ora, è da qualche anno appunto che seguo l’atletica americana, e gli avvenimenti più seguiti sono i “qualcosa” Relays, tipo Drake Relays, Penn Relays… che sicuramente avrete tutti sentito.
Ebbene la formula è di una semplicità tale che continuo a chiedermi cosa costi importarla in Italia. Si prendono atleti di tutte le categorie, di tutte le specialità, e li si mette tutti insieme per 3/4 giorni. L’uovo di Colombo. Un’alternanza di “pro”, giovani, meno giovani, forti, meno forti, scuole, college, High School, Università… Ebbene i Penn Relays hanno fatto 50.000 presenze nell’ultima giornata in cui si sono viste anche le staffette di USA (con Gatlin e Dix) e Jamaicana (con Frater). Il successo è dato chiaramente dal “nome” e dalla tradizione delle manifestazioni, ma anche dal fatto che tanti atleti in pista significano tanti amici, parenti, tecnici, dirigenti, compagni di scuola sugli spalti (oltre agli spettatori… attirati da cotanto spettacolo di vitalità).
Ora, perchè non in Italia? Perchè tutti i campionati italiani su pista di tutte le categorie (per esempio) non vengono disputati in un’unica sede (si è sempre detto lo Stadio Olimpico, con annesso stadio dei Marmi, o magari anche su qualche riviera), in una manifestazione che duri 4 o 5 giorni, dove mattina, pomeriggio e sera si disputino ogni tipo di gara? Si razionalizzano risorse, spese per le società, spese per i giudici, spese complessive di organizzazione trasformando molti eventi di per sè “poveri”, in un evento ricco.
Il solo indotto di persone di una tale quantità di atleti colmerebbe molti vuoti sugli spalti. Gli sponsor… gli sponsor non sarebbero attirati da una tale kermesse? Con tutti gli spazi e i tempi da poter utilizzare… si potrebbe creare un evento vero e proprio, da utilizzare in tutti i modi in cui il merchandising potrebbe sfruttare. Insomma, l’idea è già in rete da tempo. Potremmo anche studiarla, metterla a punto… lo fanno negli States da anni. Nulla di impossibile.
Il problema del momento è: c’è la volontà di cambiare l’atletica “di tutti” (e non solo quella di vertice) anche sotto questo mandato? I messaggi che sono arrivati sino adesso sono troppo confusi. Non c’è azione fattiva più per indolenza che per volontà. Per incapacità più che per dolo.
Noi le proposte continuiamo a farle e vanno tutte nella stessa direzione: aprire l’atletica alla partecipazione. Vuol dire anche frenare la fuga di atleti, che abbiamo già dimostrato essere il vero problema, piuttosto che cercare con insistenza proselitismo. Ma se continuiamo a “importare” atleti, per poi fornirgli un prodotto del genere! E’ come un tubo traforato in cui far entrare acqua e pensare che l’acqua non arrivi in fondo perchè ne entra poca alla fonte… e continuamente sbattere la testa con il problema dell’acqua alla fonte, e non far assolutamente nulla per l’acqua che c’è dentro il tubo…
Tutto ciò vuol dire, almeno in parte (non risolve certo il problema generale) anche consentire campionati nazionali più permissivi, con più posti per gli atleti (quindi non più il sistema dei minimi, ma delle graduatorie nazionali: i primi “tot” vanno agli italiani, senza dover rincorrere minimi in località improbabili). Qualcuno sa spiegare perchè i campionati italiani debbano essere un affare per pochi da risolvere in 3 mezze giornate? Perchè la Fidal non voglia mai metterci mano?
Potremmo star qui a ipotizzare mille cose su come iniettare entusiasmo a questa atletica. Invece, l’unica vera “rivoluzione” che interesserà tutto il mondo dell’atletica su pista per il 2014 (ovvero che interesserà gli atleti, cioè chi conta, il fine ultimo…), è l’introduzione del minimo “B” da ottenere ai campionati Regionali per poter partecipare agli assoluti, che, consentitemi il francesismo, è una “cazzata” gigantesca. Un bosone nell’universo.
Sa di contentino gattopardesco: si cambia per non cambiare. Ma tutte le commissioni create e non più convocate? La trasparenza sugli atti paventata? L’aria nuova? Oh, se ci siete battete un colpo! Ci sono 180.000 tesserati che con il giocattolo che vi siete presi vorrebbero divertirsi un pò anche loro.

                                                                                                                (fonte Queen Atletica)

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